Non è un articolo di una rivista del settore, il mio… da dove viene lo chef, dove ha studiato, come e dove si è formato, che premi ha vinto, in che ristorante esprime la sua arte… queste notizie le trovate facilmente sul web.
È mia intenzione, invece, presentarvelo come nessuno penso abbia ancora fatto.
Felice Sgarra è, prima di tutto, un giovane uomo: solare come la sua Puglia; semplice – ma di carattere – come gli ingredienti che predilige; sempre disponibile, sorridente e sinceramente affettuoso com’è bello che un “padrone di casa” sia; preciso, tenace, travolgente…
Felice è, poi, uno Chef: professionale, preparato, rigoroso ma frizzante, generoso nel dispensare consigli e spiegazioni, terribilmente contagioso, dedito alla sua Cucina e ai suoi ospiti…
Umami, il nome del suo ristorante, richiama il gusto del “saporito” (dopo il dolce, il salato, l’amaro e l’acido) ma tutti i suoi piatti, oltre che saporiti, trasmettono e rafforzano sempre più il concetto di base dello Chef, la prima imprescindibile regola, premessa delle sue lezioni: “la Cucina è amore”.
Grazie, Felice!
Grazie Felice! Posso dirlo anch’io??!
Quante emozioni……nello scorrere le immagini dei piatti che hai realizzato. Ho già esperienza del gusto per averne già provato alcuni a casa tua. La tua cucina è proprio come l’hai descritta.
Di Giusi conosco (oltre a parte della storia che ci ha visto compagne di scuola e anche di vita) la precisione, la passione, l’impegno nella ricerca del particolare e il rispetto della bellezza nell’eseguire l’idea che ti pervade. Non mi sorprende che tu sia riuscita, nè la forza e l’entusiasmo che ti accende. La sorpresa è solo per aver scartato questo regalo che tu hai fatto a te stessa, e a me, ma certo non nel saperti capace di questo e altro ancora. Con gioia ti seguirò in questo blog.
p.s. ovviamente proverò ad eseguire le ricette che proponi già da questa sera per festeggiare con te questo nuovo anno e per tributare l’inizio di questo racconto.
Ci sono!!!
Patrizia
Trentacinque anni di Amicizia portano a conoscersi “senza veli” e a condividere profondamente, talvolta senza neanche più dircelo, gioie e dolori.
Ancora una volta troviamo il modo di alimentare (è proprio il caso di dire) il nostro rapporto, anche a 1000 km. di distanza.
Che bello averti qui!